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- la comparazione di fotografie aeree stereoscopiche e cartografie geologiche;
- l’analisi delle serie storiche di deformazione ottenute dall’elaborazione interferometrica differenziale di immagini satellitari SAR;
- il sistema di monitoraggio attivato da ASPI/SPEA e integrato dalla commissione dei tecnici nominati dalle parti coinvolte nel progetto (strumenti per il monitoraggio topografico superficiale, inclinometri per monitorare eventuali deformazioni profonde e piezometri per controllare il livello delle falde acquifere) e tutta la documentazione tecnica messa a disposizione.
I risultati emersi hanno confermato quanto già evidenziato dalle indagini precedenti e da quanto più volte riportato dai responsabili dei lavori di Autostrade per l’Italia: parte delle deformazioni sono state rilevate in contemporanea con l’avanzamento dei fronti di scavo delle due canne; tali movimenti tendono a stabilizzarsi una volta passati i fronti di scavo e realizzati i rivestimenti definitivi, così come si è rilevato nei primi tratti già rivestiti nella zona a nord di Ripoli.
Le condizioni attuali, con dati supportati da tutti i monitoraggi svolti e resi noti, hanno portato a due decisioni fondamentali ovvero la ripresa dei lavori di scavo, ad oggi effettivamente riattivati, e l’applicazione di tutte le misure cautelative suggerite dai tecnici di ISPRA e CnR.
I concetti forti emersi da questo ulteriore approfondimento sono quindi duplici: è importante che i lavori continuino, per terminare l’opera nei tempi previsti e liberare la frazione di Ripoli dai disagi che normalmente un cantiere può comportare a chi vive nelle sue vicinanze. È altresì importante fare tutto ciò che è necessario per garantire la tranquillità e la sicurezza di tutti coloro che risiedono in queste zone.
Le misure a tutela della stabilità del versante suggerite dai tecnici:
1. Agire sul metodo di scavo, per ridurre gli effetti di disturbo sull’ammasso roccioso e la sua eventuale deformazione dovuta ai lavori, distanziando in modo significativo l’avanzamento dei due fronti di scavo (per questo motivo attualmente i lavori di scavo sono ripartiti solo su una canna).
2. Integrare l’attuale sistema di monitoraggio ‘conoscitivo’ con un monitoraggio di allerta (che registri i dati quotidianamente e in più fasce orarie), legato ad un piano di protezione civile che descriva in dettaglio le azioni da compiere in caso di superamento delle soglie d’allerta prestabilite.
3. Estendere il sistema di monitoraggio alle aree non ancora raggiunte dai fronti di scavo ma che saranno interessate dai lavori e alla zona superiore all’abitato di Ripoli con particolare attenzione al viadotto Rio della Piazza dell’autostrada A1.
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Ripoli: si torna al lavoro
Sono da escludersi rischi per l’incolumità della popolazione di Ripoli. È quanto emerso ancora una volta dalla relazione presentata il 2 maggio scorso in Prefettura a Bologna dal Prof. Bernardo De Bernardinis, Presidente dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e dal Dott. Fausto Guzzetti, Direttore dell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del CNR. Il concetto è stato poi ribadito ulteriormente il 22 maggio, durante un’audizione della commissione trasporti dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, cui hanno partecipato tutti i soggetti coinvolti nelle attività del cantiere della Galleria Val di Sambro. A seguito degli esiti dei precedenti monitoraggi svolti, prima dal Collegio dei tecnici nominati in Prefettura e, successivamente, dai geologi della Regione Emilia-Romagna, l’ultimo parere tecnico emerso dagli studi di Ispra e CNR è l’ulteriore conferma del fatto che i lavori di scavo possono continuare. Gli stessi De Bernardinis e Guzzetti all’interno della loro relazione consegnata al Prefetto Angelo Tranfaglia, hanno suggerito gli accorgimenti necessari da attuare per alzare ulteriormente le soglie di sicurezza. Le analisi dei tecnici di ISPRA e CnR hanno sfruttato metodologie e strumenti diversificati:- la comparazione di fotografie aeree stereoscopiche e cartografie geologiche;
- l’analisi delle serie storiche di deformazione ottenute dall’elaborazione interferometrica differenziale di immagini satellitari SAR;
- il sistema di monitoraggio attivato da ASPI/SPEA e integrato dalla commissione dei tecnici nominati dalle parti coinvolte nel progetto (strumenti per il monitoraggio topografico superficiale, inclinometri per monitorare eventuali deformazioni profonde e piezometri per controllare il livello delle falde acquifere) e tutta la documentazione tecnica messa a disposizione.
I risultati emersi hanno confermato quanto già evidenziato dalle indagini precedenti e da quanto più volte riportato dai responsabili dei lavori di Autostrade per l’Italia: parte delle deformazioni sono state rilevate in contemporanea con l’avanzamento dei fronti di scavo delle due canne; tali movimenti tendono a stabilizzarsi una volta passati i fronti di scavo e realizzati i rivestimenti definitivi, così come si è rilevato nei primi tratti già rivestiti nella zona a nord di Ripoli.
Le condizioni attuali, con dati supportati da tutti i monitoraggi svolti e resi noti, hanno portato a due decisioni fondamentali ovvero la ripresa dei lavori di scavo, ad oggi effettivamente riattivati, e l’applicazione di tutte le misure cautelative suggerite dai tecnici di ISPRA e CnR.
I concetti forti emersi da questo ulteriore approfondimento sono quindi duplici: è importante che i lavori continuino, per terminare l’opera nei tempi previsti e liberare la frazione di Ripoli dai disagi che normalmente un cantiere può comportare a chi vive nelle sue vicinanze. È altresì importante fare tutto ciò che è necessario per garantire la tranquillità e la sicurezza di tutti coloro che risiedono in queste zone.
Le misure a tutela della stabilità del versante suggerite dai tecnici:
1. Agire sul metodo di scavo, per ridurre gli effetti di disturbo sull’ammasso roccioso e la sua eventuale deformazione dovuta ai lavori, distanziando in modo significativo l’avanzamento dei due fronti di scavo (per questo motivo attualmente i lavori di scavo sono ripartiti solo su una canna).
2. Integrare l’attuale sistema di monitoraggio ‘conoscitivo’ con un monitoraggio di allerta (che registri i dati quotidianamente e in più fasce orarie), legato ad un piano di protezione civile che descriva in dettaglio le azioni da compiere in caso di superamento delle soglie d’allerta prestabilite.
3. Estendere il sistema di monitoraggio alle aree non ancora raggiunte dai fronti di scavo ma che saranno interessate dai lavori e alla zona superiore all’abitato di Ripoli con particolare attenzione al viadotto Rio della Piazza dell’autostrada A1.
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